Benvenuti nel futuro! Dove la Scuola non è più sinonimo di “antiquato”, dove i ragazzi non sono più solo un elemento di un insieme, dove il singolo vale in tutta la sua unicità e il traguardo non è il 10, ma la capacità di affrontare il domani con gli strumenti che gli sono stati forniti. 

Il primo passo per la nascita di una nuova scuola è la destrutturazione del modello didattico obsoleto a cui ci ostiniamo a rimanere attaccati. Anche chi avesse sentito prima d’ora la necessità di trovare una scuola differente è rimasto deluso dal panorama delle scuola alternative presenti in Italia al giorno d’oggi, che scelgono di adottare un metodo didattico non scientifico, sperimentando quindi sulla pelle dei nostri ragazzi in cerca della giusta direzione.

SDC è la scuola del domani, conscia di tutte le falle nel sistema didattico adottato dalle scuole pubbliche e private; per questo ha deciso di tracciare la strada all’innovazione, basata sulla didattica D.A.R.E: Didattica con Approccio Rosenthal all’Educazione. Di che cosa si tratta? Essa si sviluppa a partire da quella  forma di condizionamento psicologico, secondo la quale gli individui tendono a conformarsi all’idea che gli altri hanno di loro, sia essa positiva o negativa.

Questo “effetto Pigmalione”[1] comprovato dagli esperimenti di Robert Rosenthal ha dimostrato come i ragazzi, a cui viene fatto credere di più in se stessi, finiscano per ottenere risultati più alti, per conformarsi all’ideale di se stessi generato dall’educatore. Allo stesso modo, molto banalmente, l’intera struttura degli stereotipi scolastici diventa tossico per le capacità di apprendimento dei ragazzi. Coloro che vengono reputati “i più intelligenti” riescono a dare il meglio, mentre coloro che sono etichettati come “gli ultimi della classe” sentono il dovere di conformarsi a quest’idea che gli altri hanno di loro, a scapito delle loro potenzialità reali. SDC sceglie di combattere gli stereotipi e di accogliere tutti i suoi studenti senza pregiudizi, guidandoli nella ricerca dei loro punti di forza e diversificando il loro rendimento in base alle loro effettive capacità e intervenendo laddove necessario. Il risultato è che uno studente carente in una materia non viene etichettato come “stupido” e così neanche lui ha quella percezione di se stesso, rinnovando lo spirito di miglioramento e trovando vie alternative per imparare.

Le materie scolastiche, per SDC, sono veicolo di conoscenza, non oggetto di studio. Sono il mezzo, non il fine, perché il fine non può essere un semplice voto, alla fine del percorso scolastico i nostri ragazzi si ritroveranno soli a muoversi nel mondo degli adulti, senza le competenze, né le conoscenze necessarie. Sono proprio le competenze che uno studente riesce a sviluppare negli anni dell’istruzione che fanno la differenza, e l’idea di base esiste già. È proprio il MIUR che dichiara che bisogna “favorire il pieno sviluppo della persona nella costruzione del sé, di corrette e significative relazioni con gli altri e di una positiva interazione con la realtà naturale e sociale”[2] e pertanto che gli obiettivi della scuola dovrebbero essere 8: imparare a imparare, progettare, comunicare, collaborare e partecipare, agire in modo autonomo e responsabile, risolvere problemi, individuare collegamenti e relazioni, acquisire ed interpretare l’informazione. Non si accenna da nessuna parte all’apprendimento passivo delle lezioni frontali. Perché allora la scuola non è questo?

Purtroppo però, tra il dire e il fare c’è di mezzo la scuola statale. Il metodo resta obsoleto, il carico di studio sproporzionato e la personalizzazione scarsa. SDC abbraccia appieno il bisogno di interdisciplinarietà. Infatti la sua didattica si divide in: trasversale, laboratoriale e verticale. 

La didattica trasversale permette quindi agli educatori di tutte le materie di affrontare un argomento comune da diversi punti di vista, offrendo ai ragazzi una visione più completa e ricordando che tutto ciò che apprendiamo è connesso. La didattica laboratoriale permette ai ragazzi di sperimentare, interagire tra loro e affinare tutte le skill che poi gli serviranno nel mondo del lavoro. Infine, la didattica verticale include il consolidamento dell’aspetto nozionistico, per garantire un’effettiva preparazione sui contenuti fondamentali che costituiscono la cultura generale dei futuri giovani adulti. 

SDC si impegna, inoltre, a sviluppare l’intelligenza emotiva di ogni singolo ragazzo, rendendolo più sensibile al mondo attorno a sé e di conseguenza sviluppandone il senso critico. La critica deve essere sempre costruttiva, non finalizzata alla “distruzione” di quanto costruito, che demoralizza i traguardi già raggiunti di chi viene criticato, e sminuisce le qualità dell’intervento di chi muove la critica. Una critica costruttiva nutre anche una sana competitività, che mira al raggiungimento degli obiettivi personali piuttosto che all’ossessione con i singoli voti. L’Italia è tuttora tra i paesi con gli studenti più stressati di Europa.

SDC, con la sua didattica innovativa D.A.R.E. è tutto questo e molto ancora! Cresce con i suoi studenti, si apre a nuovi orizzonti e si prepara a combattere in difesa del diritto dei giovani alla migliore istruzione possibile. SDC è il cambiamento e il cambiamento è ora. E tu, sei pronto a farne parte? 

Scopri SDC, visita il sito: SDC – School Designed for Change

Fonti:

[1] Che cos’è l’Effetto Pigmalione?
[2]Competenze chiave di cittadinanza da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria

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