Il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD) è un disturbo dello sviluppo neuropsichico del ragazzo che si manifesta in tutti i suoi contesti di vita, i cui sintomi cardine sono: inattenzione, impulsività e iperattività.

Il sintomo dell’INATTENZIONE comprende:

  • deficit di attenzione focale e sostenuta;
  • facile distraibilità, anche con stimoli banali;
  • ridotte capacità esecutive nell’esecuzione dei compiti scolastici, nelle attività quotidiane, nel gioco e nello sport;
  • difficoltà nel seguire un discorso;
  • interruzione di attività iniziate;
  • evitamento di attività che richiedono sforzo cognitivo.

 

Il sintomo dell’IPERATTIVITÀ si manifesta come:

  • incapacità di stare fermi;
  • attività motoria incongrua e finalistica;
  • gioco rumoroso e disorganizzato;
  • eccessive verbalizzazioni;
  • ridotte possibilità di inibizione motoria.

 

Il sintomo dell’IMPULSIVITÀ si esprime con:

  • difficoltà di controllo comportamentale;
  • incapacità di inibire le risposte automatiche;
  • scarsa capacità di riflessione;
  • difficoltà a rispettare il proprio turno;
  • tendenza a interrompere gli altri;
  • incapacità di prevedere le conseguenze di un’azione;
  • mancato evitamento di situazioni pericolose.

 

Secondo il DSM-IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) nell’ADHD esistono tre sottotipi:

  1. Prevalentemente inattentivo, se prevalgono i sintomi di disattenzione sopra descritti: il ragazzo è quindi facilmente distraibile, ma non eccessivamente iperattivo/impulsivo (20-30% dei casi ADHD).
  2. Prevalentemente iperattivo/impulsivo, se prevalgono i sintomi di iperattività/impulsività sopra elencati: il ragazzo è quindi estremamente iperattivo e/o impulsivo e può non avere o avere in forma ridotta i sintomi di inattenzione; è più frequente nei bambini piccoli (<15% dei casi ADHD).
  3. Sottotipo combinato, se sono presenti tutti e tre i sintomi cardine; racchiude la maggior percentuale dei pazienti (50-75% dei casi ADHD).

 

Tutti i bambini/adolescenti possono presentare, in determinate situazioni, uno o più dei comportamenti descritti, ma nell’ADHD tali comportamenti sono:

  • inadeguati rispetto allo stadio di sviluppo;
  • a insorgenza precoce (prima dei 7 anni);
  • pervasivi: espressi in diversi contesti (casa, scuola, gioco);
  • significativamente interferenti con le attività quotidiane.

 

Secondo il DSM-IV, è necessario che siano presenti sei o più sintomi di inattenzione o di iperattività/Impulsività (da almeno sei mesi) per porre diagnosi di ADHD.

Il terreno preferito del ragazzo disattento e iperattivo per “fare mostra” di tutte le sue difficoltà è sicuramente la scuola. 

Quando si tratta di gestione del comportamento del ragazzo è importante che gli insegnanti, gli educatori e lo psicopedagogista abbiano la consapevolezza che esistono degli accorgimenti in grado di ridurre la gravità delle manifestazioni del ADHD. Dobbiamo prendere atto che il diverso atteggiamento degli insegnanti con il ragazzo disattento/iperattivo ha un forte impatto sulla modificazione del suo comportamento. 

Non dobbiamo dimenticare che la gravità e la persistenza dei sintomi dell’ADHD risentono notevolmente delle variabili ambientali; di come il bambino si sente accettato e aiutato di fronte alle difficoltà (Barkley, 1997). 

Uno dei predittori di un migliore esito del disturbo in età adolescenziale sta proprio nel positivo rapporto che gli insegnanti sono riusciti ad instaurare con l’alunno, durante gli anni della scuola dell’obbligo.

Autore: Emanuele Preziosa, Educatore Professionale Socio Pedagogico

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