Sono tanti i ragazzi che sognano di diventare insegnanti o professori, nonostante in Italia il percorso non sia così semplice da fare. Per cominciare, per diventare professore c’è bisogno almeno di una laurea specialistica o vecchio ordinamento, anche se nella scuola dell’infanzia e primaria, così come per alcuni insegnamenti tecnico pratici, c’è la possibilità di farlo anche soltanto con il diploma.

Per gli insegnanti di sostengo, invece, c’è bisogno del titolo di specializzazione, ossia avere l’abilitazione al sostegno, che ora si può ottenere con un apposito corso di specializzazione a numero chiuso (il cosiddetto TFA sostegno).

Dopo la laurea bisogna individuare la classe di concorso alla quale si può accedere con il titolo di studi conseguito: le classi di studi sono dei codici stabiliti dal MIUR “utili per poter accedere all’abilitazione all’insegnamento nella scuola secondaria, sia di primo che di secondo grado”.

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur) ha messo a disposizione delle tabelle ufficiali per verificare la corrispondenza tra titoli di studio e Classi di insegnamento.

Per diventare professori è necessario quindi conseguire il titolo di studio di accesso all’insegnamento (magistrale, conseguito sia presso le università statali, sia quelle telematiche riconosciute dal MIUR).

Nello specifico poi, per insegnare nella scuola primaria e in quella dell’infanzia è necessario avere una laurea in Scienze della Formazione primaria, vecchio o nuovo ordinamento, mentre per la scuola secondaria ci sono più opportunità. Il decreto stabilisce che possono diventare docenti tutti quelli che hanno conseguito un titolo di laurea quinquennale (magistrale), i laureati a un indirizzo di laurea specialistico (3 anni + 2 di specializzazione) e quelli che sono in possesso dei 24 CFU in materie pedagogiche, psicologiche e metodologie dell’insegnamento.

In alternativa, chi ha poco tempo per studiare e preferisce iscriversi a una università online riconosciuta dal Miur, può farlo in un’altra facoltà in modo da ottenere i CFU necessari per poi concludere il percorso di studi in un’università frontale.

Il percorso dei 24 CFU

È stato il decreto ministeriale n. 616 del 10 agosto 2017, a regolamentare l’acquisizione dei 24 CFU per poter accedere all’insegnamento. Un titolo di laurea idoneo all’insegnamento, infatti, non è più un requisito sufficiente per poter entrare a scuola. Serve aver conseguito almeno 24 crediti formativi nei settori antropo-psico-pedagogici e nelle metodologie didattiche. Questi possono essere acquisiti con un corso ad hoc che prevede 4 esami da 6 crediti nelle suddette materie. Nello specifico, i settori scientifico disciplinari (SSD) in cui è necessario integrare la propria formazione sono:

  • pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione;
  • psicologia;
  • antropologia;
  • metodologie e tecnologie didattiche generali.

 

Proprio in materia di metodologie e tecnologie didattiche, il Decreto Scuola ha stabilito la necessita di inserire competenze di didattica digitale e informatica (coding). I CFU extra curriculari possono essere presi presso le istituzioni AFAM e le Accademie di belle Arti legalmente riconosciute.

Vista la loro centralità nel percorso per diventare docenti, i 24 CFU assumono particolare importanza quando si parla dei concorsi scuola e dell’aggiornamento e riapertura delle graduatorie di II e III fascia. Nel dettaglio, sono fondamentali per:

  • concorso straordinario scuola secondaria: i crediti sono necessari sia ai vincitori per l’immissione in ruolo, sia agli idonei non vincitori per poter conseguire l’abilitazione;
  • procedura straordinaria per l’abilitazione: i 24 CFU sono richiesti a coloro che superano la prova scritta, per poter ottenere l’abilitazione all’insegnamento;
  • concorso ordinario scuola secondaria: i 24 CFU sono un requisito di accesso fondamentale;
  • graduatorie d’istituto di III fascia: devono avere i crediti i laureati e i diplomati ITP che richiedono l’inserimento ex novo.

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