Cosa si intende per alunni con BES?

Contrariamente a quanto spesso si crede, i BES (acronimo di Bisogni Educativi Speciali) non sono una categoria diagnostica e di per sé non identificano un disturbo, poiché qualunque studente può manifestare dei bisogni educativi speciali nel corso del suo percorso di studi; quindi non si tratta di un concetto clinico, bensì pedagogico, ossia riferito a una difficoltà che dà diritto a un intervento personalizzato.

L’area dello svantaggio scolastico, indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali (BES) è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit (legge 104) o disturbi specifici di apprendimento (DSA, legge n°170/2010). 

La Normativa richiama l’attenzione della scuola a un’ampia gamma di situazioni che richiedono capacità di lettura pedagogica, di analisi e di specifici interventi. Non è possibile compilare un elenco esaustivo di tali situazioni, tuttavia possono essere di aiuto la descrizione delle tipologie di BES:

  • Deficit del linguaggio
  • Deficit delle abilità non verbali
  • Disturbo da deficit dell’attenzione e dell’iperattività
  • Deficit di memoria
  • Disturbo di ansia generalizzata
  • Disturbo Aspecifico dell’apprendimento
  • Borderline cognitivo
  • Disturbi depressivi

Una parte importante è la definizione di obiettivi per il percorso didattico dello studente.

Misure compensative e strumenti dispensativi  

L’adozione delle misure compensative e dispensative, che è compito di ogni singolo docente, avviene sulla base delle difficoltà riscontrate in classe. 

Non si tratta di facilitazioni dal punto di vista cognitivo, ma di strumenti che colmino l’area deficitaria dello studente, permettendogli di svolgere la prestazione richiesta. 

Fornire tali strumenti significa rendere possibile agli alunni l’accessibilità ai contenuti didattici. 

Non è raro che lo studente accetti con fatica o rifiuti totalmente gli strumenti di cui ha diritto; sarà cura dell’insegnante, in collaborazione con i genitori, individuare le strategie adeguate ad avviare un percorso di consapevolezza che aiuti lo studente ad armonizzare questo aspetto. 

Poiché la personalizzazione didattica non può che determinarsi ad personam, tale strumento dovrà essere sempre commisurato alla specificità e gravità del disturbo e alla effettiva incidenza del disturbo stesso sulla prestazione richiesta.

La didattica per studenti BES

La didattica per studenti con Bisogni Educativi Speciali (BES) ha l’obiettivo di promuovere il successo formativo dello studente, di dare a ciascuno di loro l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e di accrescere i propri punti di forza nell’ottica di promuovere un apprendimento efficace. 

Nel rispetto degli obiettivi generali di ogni disciplina e delle indicazioni curricolari nazionali, i docenti adottano proposte di insegnamento che tengano conto delle abilità possedute dagli studenti e potenzino anche le funzioni non coinvolte nei vari disturbi specifici dell’apprendimento. Nella realtà di classi con dinamiche sempre più complesse occorre sottolineare che nell’attività lavorativa di un docente, l’utilizzo di metodologie didattiche adattate e personalizzate dovrebbe essere prassi quotidiana non solo rivolta agli studenti con bisogni educativi speciali, ma anche a tutti gli altri alunni per supportare il loro processo di apprendimento. 

Non si tratta di fare una didattica diversa per ciascuno studente, ma la didattica svolta dovrebbe sostenere tutti gli studenti nel percorso di costruzione di competenze offrendo opportunità per integrare gli stili di apprendimento degli allievi. La didattica delle materie scientifiche si può articolare attraverso una varietà di metodologie e strategie come per esempio: 

  • l’uso di mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, parole-chiave, glossari, materiale idoneo inserito dai docenti nella piattaforma)
  • l’analisi dell’errore per favorire la gestione dell’insegnamento
  • la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti
  • l’utilizzo di canali di comunicazione diversificati (uso di immagini, disegni, grafici, di tecnologie informatiche, di materiali multimediali, di LIM, di e-book collegati ai libri di testo, del web e di software specifici)
  • la realizzazione, ove possibile, di una didattica in classe a carattere laboratoriale ed esperienziale non solo per favorire l’operatività ma anche il dialogo e la riflessione sulle attività svolte promuovere la collaborazione tra gli studenti attraverso attività di gruppo o di tutoraggio
  • favorire le valutazioni delle attività tecnico-pratiche, laddove sono previste, rispetto alla parte teorica.

La scuola deve perciò divenire flessibile, comprendere, valorizzare e adeguarsi alle differenze. Solo rispondendo adeguatamente ai diversi bisogni essa può diventare davvero inclusiva e le tante buone intenzioni possono concretamente divenire buone prassi, in termini di individualizzazione e personalizzazione. 

Una scuola per tutti e per ciascuno.

Autore: Emanuele Preziosa, Educatore Socio-Pedagogico

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